11 febbraio 2020
Parole in libertà per ciclisti ...ed anche non ciclisti , ma con l’augurio che possano contribuire a diventarlo .
Perché il ciclismo , lo sport che abbiamo scelto di vivere , ci risulta così incredibilmente affascinante ? Forse perché contiene molte cose di cui è composta la felicità : il benessere , la salute, le gratificazioni ,la serenità,l’amicizia, la condivisione , lo stare all’aria aperta , il godere della natura, lo stupirsi per posti che possono essere assolutamente fantastici ,arrivandoci unicamente con le proprie forze. Per chi poi ha un po’ di fortuna in più, anche l’Amore. In ogni caso è sempre tutto incredibilmente Vita . Ti fa pensare , ti permette di non pensare , ti rilassa, ti rappacifica con il mondo.E anche dal punto di vista chimico è sempre un’esplosione di endorfine che ti travolge. Ed è così anche per mille altre ragioni che con la chimica nulla hanno a che fare: piuttosto con il tempo e lo spazio ,dimensioni che riguardano in fondo la vita ,il nostro modo di essere e lo stile di vita che perseguiamo.Perché la bici non è altro che un mezzo che accelera te stesso . Devi comandarla, guidarla, ma anche spingerla e rispecchia fedelmente ciò che hai da dargli , che non ha altro movimento che non il tuo e che impone sacrificio, voglia e coraggio .Poi fedelmente ti ripagherà di tutto il tempo che le hai dedicato. Lo capisci ogni volta che esci che è così : ogni volta che inizia una salita ed i muscoli cominciano a tendersi, il cuore ad accelerare, i polmoni a gonfiarsi , la bocca a seccarsi .Lo capisci ogni volta che esci con il sole e ti sorprende un temporale improvviso ,che ti allaga fino alle ossa e ti penetra nelle scarpe .Lo capisci quando d’inverno esci con l’abbigliamento giusto ed alla prima discesa ,nonostante i guanti, le mani sembrano irrigidirsi come sassi e le orecchie ed il naso bruciano anche dopo un’ora di doccia bollente .Lo capisci nelle afose giornate estive , quando tutta la città ancora riposa e ad un’ora dall’alba tu già stai pedalando per goderti quella impagabile frescura del primo mattino e poter rientrare prima che il sole ti spacchi picchiando forte sul casco. Lo capisci quando un camion ti sfiora ad 80 all’ora e lo spostamento d’aria quasi ti fa cadere e ti fa battere forte il cuore e tremare le gambe. Lo capisci quando arriva improvviso il vento contrario ma mancano ancora 20 km a casa e le forze ti stanno abbandonando, la velocità che scende di colpo e cerchi di non pensare che ti abbandonino davvero. Lo capisci quando quella montagna da scalare ti sembra un gigante insormontabile ma poi , girandoti in vetta e guardando la valle percorsa, assume una dimensione completamente diversa. Sui pedali ti fai piccolo, affronti un problema alla volta , raggiungi , superi,scali ed alla fine arrivi . Se sei bravo continui a farlo anche quando scendi di sella e questo ti aiuta. Altrimenti sei costretto a risalirci nel minor tempo possibile .Marco Pantani diceva che andava così forte in salita per ridurre in fretta l’agonia. Per noi ciclisti “ normali “ quell’agonia invece non è un nemico da sconfiggere ma qualcosa che ricerchiamo , noi non la vogliamo abbreviare andando più veloci, ce la vogliamo gustare fino in fondo perché in realtà è quello a cui ambiamo , una sana e benefica fatica da gestire e domare ma che ci fa sentire incredibilmente vivi ad ogni età .Angelo